Povertà, al via il reddito di inclusione sociale

Prende forma il Reddito di inclusione sociale rivolto ai nuclei familiari in condizioni di povertà. La Giunta regionale infatti ha approvato le linee guida per l’attuazione della legge che ha istituito il Reis. 

Il Reddito di inclusione integra il Sostegno di Inclusione Attiva nazionale (Sia) ma cambiano gli importi erogabili. Se per il Sia gli importi calcolati sulla persona variano da 80 euro fino ad un massimo di 400 euro, per il Reis il minimo erogabile è di 200 euro e il massimo di 500. La soglia minima regionale sarà determinata dall’indice Isee e calcolata dalla Giunta Regionale non appena il sistema nazionale e regionale saranno a regime e forniranno dati sufficienti per analizzare meglio il fenomeno. Nel momento in cui avviene il riconoscimento del sussidio si sottoscrive un patto tra utente e amministrazione che prevede un percorso personalizzato per il superamento della condizione di povertà, disposto dagli Ambiti Plus. Sarà una equipe multidisciplinare a progettare, attuare e monitorare il piano personalizzato attraverso degli interventi finalizzati all’emancipazione delle famiglie.

I possibili beneficiari saranno individuati dall’Inps e saranno accettate anche le domande escluse dal Sia che non hanno raggiunto il punteggio richiesto a livello nazionale. La Regione amplia ulteriormente il target dei beneficiari: sono incluse infatti anche le famiglie di un solo componente e senza dimora; le famiglie composte da cinque e più persone; le famiglie composte da una o più persone over 50 anni con figli a carico disoccupati; coppie sposate o coppie di fatto registrate, conviventi da almeno sei mesi e composte da giovani che non abbiano superato i 40 anni.

Il sussidio verrà erogato con il caricamento di una carta utilizzabile per acquisto di beni e servizi. La carta potrà essere utilizzata anche per i canoni di locazione degli immobili ad uso residenziale.

Collaborano con la Regione Sardegna il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, l’Inps, i soggetti del Terzo settore e le associazioni professionali.

Foto Roberto Pili

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