Cedac, stagione di prosa 2017-2018

La campagna abbonamenti per la Stagione 2017-18 de La Grande Prosa e Danza del CeDAC al Teatro Comunale di Sassari prenderà il via mercoledì 20 novembre

Orario Botteghino: tutti i giorni dalle ore 16.30 alle 20.30
informazioni e prenotazioni: [email protected]  – 339/1560328

Viaggio nelle emozioni con i grandi protagonisti della scena e le stelle della danza tra classici capolavori e testi contemporanei, celebri balletti e inedite coreografie: si alza il sipario sulla Stagione de La Grande Prosa e Danza 2017-18 organizzata dalla Ce.D.A.C al Teatro Comunale di Sassari .

In cartellone dodici titoli tra dicembre e aprile con artisti del calibro di Massimo Lopez e Tullio Solenghi, Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses, Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere, Angela Finocchiaro e Laura Curino, Massimo Venturiello, Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi, Luciano Saltarelli, l’attrice e regista Elena Bucci con Marco Sgrosso e Gaetano Colella e Leonardo Capuano.

Sotto i riflettori gli istrionici Massimo Lopez e Tullio Solenghi, di nuovo insieme sulla scena con una straordinaria galleria di personaggi, tra gags e canzoni, sulle note della Jazz Company capeggiata da Gabriele Comeglio, accanto ad étoiles come Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta, i solisti dell’Opera di Sofia, i danzatori dello Spellbound Contemporany Ballet e i solisti e il corpo di ballo della Compagnia Daniele Cipriani.

Segnaliamo gli eventi prossimi, tralasciando i già trascorsi.

Una stagione intrigante, capace di coniugare tradizione e modernità per offrire agli spettatori una panoramica sulle più interessanti produzioni nazionali, con particolare attenzione alla nuova drammaturgia, tra sguardi al femminile con un focus sulle registe – da Liliana Cavani, al suo “debutto” in teatro, a Cristina Pezzoli e Elena Bucci – e l’originale e visionaria mise en scène di una tragedia shakespeariana con il “Macbettu” di Alessandro Serra, accanto a brillanti commedie e drammi moderni, “avanspettacolo pop” e racconti sulle punte. Un teatro capace di raccontare i dilemmi e le passioni, i timori e le speranze di donne e uomini in un variegato affresco della società tra ironia, pathos, attualità e poesia.

Surreale e grottesco, “New Magic People Show” dall’opera di Giuseppe Montesano, messa in scena da Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi e Luciano Saltarelli –lunedì 26 febbraio alle 21 – racconta «il senso di nevrotico sovraffollamento del condominio globale» attraverso le maschere dei moderni sudditi televisivi, i cui impulsi sono governati dalla pubblicità, accanto ai «venditori e compratori di anime». Fotografia inquietante di un’epoca invasa dalla politica, devastata dal consumismo, priva degli antichi valori e soggiogata da facili slogans. «Non si possono più usare innocentemente le parole che i nemici dell’umano hanno deformato nella menzogna, e se si vuole restare vivi bisogna provare a smascherare quelle menzogne» ricorda l’autore. «Non resta che dare la parola a loro, ai mutanti di quella che è già da tempo la ex società del benessere, facendo confessare a loro stessi la propria vergogna e assurdità, la mancanza d’amore, la banalità nel male».

Echi di una Sardegna senza tempo nel “Macbettu” di Alessandro Serra, liberamente tratto dal dramma di William Shakespeare – mercoledì 7 marzo alle 21 – che ripercorre la (ir)resistibile ascesa del nobile generale sedotto dal miraggio del trono offertogli dalle “sorelle fatali”. Intenso e immaginifico racconto per quadri, tra le sonorità aspre della lingua barbaricina e le apparizioni di misteriose creature sovrannaturali, capaci di predire il futuro ma anche di ingannare chi interrogandole spera di leggere il proprio destino sul libro della vita. Un cast tutto al maschile, secondo la convenzione del teatro elisabettiano, che comprende Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni,Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu e Felice Montervino per un’opera visionaria in cui atti di efferata crudeltà di mescolano a momenti di straordinaria poesia, tra orribili delitti e apparizioni di fantasmi, mentre il senso di colpa crea una macchia indelebile sulle mani e sull’anima, finché lo strano e sanguinario sogno finisce con una beffa della sorte.

Calendar Girls” di Tim Firth – dall’omonimo film – lunedì 26 marzo alle 21 racconta la singolare iniziativa di un gruppo di donne, socie del Women’s Institute, che allo scopo di raccogliere fondi si fanno immortalare da un fotografo dilettante in tutta la loro matura bellezza. Sotto i riflettori Angela Finocchiaro e Laura Curino, con Ariella Reggio,Carlina Torta, Matilde Facheris, Corinna Lo Castro, Elsa Bossi, Stefano Annoni e Noemi Parroni, con la partecipazione di Titino Carrara, per la regia di Cristina Pezzoli. Una pièce scoppiettante, ispirata ad una vicenda reale, che affronta con garbo e sottile ironia argomenti cruciali – dalla vecchiaia alla perdita di una persona cara – attraverso lo sguardo delle protagoniste, non più giovanissime, pronte a sacrificarsi per una buona causa. Il successo dell’inusuale calendario rafforza l’effetto catartico di quel «riconoscersi ancora belle e seducenti, anche al di fuori dei rigidi canoni della perfezione e dell’eterna giovinezza», quasi a suggerire che «le stagioni della vita possono continuare a sorprendere…»

Suggellerà il cartellone de La Grande Prosa – venerdì 20 aprile alle 21– il suggestivo “Profumo di donna” diretto e interpretato da Massimo Venturiello, con Irma Ciaramella,Camillo Grassi, Andrea Monno, Claudia Portale, Sara Scotto di Luzio, Franco Silvestri e la voce di Tosca. Il dramma della solitudine, acuita dalla cecità del protagonista, un capitano in pensione, costretto ad affidarsi agli altrui occhi, affiora prepotentemente nello spettacolo tratto dal romanzo “Il buio e il miele” di Giovanni Arpino. Una storia amara – già approdata sul grande schermo con il film di Dino Risi, con uno straordinario Vittorio Gassman, e poi con Al Pacino – che mette l’accento sulla «disillusione esistenziale che inevitabilmente conduce al cinismo e alla perdita di umanità e che assume nella figura di Fausto una dimensione cosmica, spingendolo verso un crinale in cui si è smarrito il “profumo della vita”, la disperazione si confonde con l’ironia e il sarcasmo e la tragedia diventa persino comica, esilarante, proprio come tragica e comica è la condizione umana».

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